mercoledì 9 maggio 2018

Non ho giorni cattivi


Nel secolo XIV vi era, nella città di Colonia, il celebre predicatore e teologo domenicano Giovanni Taulero, il tanto rinomato Doctor sublimits, noto per la scienza e la carità.
Un giorno, dopo aver fervorosamente pregato, uscendo di chiesa trovò un povero che lo mosse a compassione. La faccia era rosa a metà dalle ulceri, aveva perduto un braccio e una gamba, il corpo era sfigurato da piaghe ripugnanti...
- Buon giorno, fratello mio, - disse il famoso predicatore.
- Vi ringrazio, disse il povero; - ma io non ho avuto mai cattivi giorni.
- Credendosi mal compreso, il dottore replicò: - Vi auguro buon giorno, e tutto ciò che potete desiderare.
- Ho ben capito, e vi ringrazio della vostra carità, ma da molto tempo il vostro augurio si è compiuto in me.


Il domenicano restò sbalordito. Aveva risolto tanti casi difficili in teologia, ma un fatto di questo genere non gli era mai capitato... Credette proprio che quel povero fosse pazzo; ma nella sua voce trovava qualcosa di così inusitato, di così dolce che si fermò sul posto e gli chiese delle spiegazioni.
- Oh, è molto semplice. Da quando ero bambino, ho saputo che Dio è buono, giusto, sapiente... lo sono restato vittima di una crudele malattia; e allora mi sono detto: Non accade nulla senza il permesso o la volontà di Dio. Ora Egli sa meglio di me quel che mi conviene; So anche che mi ama come figlio suo... Così mi sono abituato a non voler altro che ciò che Dio vuole. Se non ho nulla da mangiare, faccio digiuno per scontare i miei peccati e quelli degli altri. Se non ho di che vestirmi, penso al mio Salvatore, nudo nel presepio e sulla croce e trovo che son più ricco di Lui... Se soffro, penso che egli ha sofferto più di me, e che io sarò più felice nell’eternità... Perciò vi ho detto che sono sempre contento, e che non ho giorni cattivi...
- Ammirato e profondamente edificato, il famoso teologo volle spingere le sue indagini alle disposizioni interne: - Ditemi un po’, fratello mio in Gesù Cristo: che direste e che fareste se Iddio vi dannasse?
- Dannarmi? Mi sembra impossibile! Ma se proprio Dio lo volesse, so io ciò che farei: l’anima mia ha come due braccia; con quello sinistro che è la vera umiltà, mi unirei alla sua umanità; col destro, che è la fiducia, mi attaccherei alla sua divinità. Poi abbraccerei il mio Dio, e lo terrei così stretto, che, volendo dannarmi, dovrebbe venire con me all’inferno... Ed io preferisco stare con Lui all’inferno, che senza di Lui in paradiso.

(Brocheres illustrées de Propagande Catholique)

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