domenica 12 febbraio 2017

La pretesa di esaurire il reale


Soltanto grazie a un articolo recente della Civiltà Cattolica (“Iconografia cristiana e pittura rivoluzionaria”), mi sono reso conto che io stesso ero caduto, da sempre, in una trappola, probabilmente non casuale ma favorita dalla cultura “illuminista”.

È notissima, cioè, l’acquaforte di Francisco Goya, nella serie dei «Capricci», che rappresenta un uomo addormentato seduto a un tavolo che è, chiaramente, una scrivania di lavoro, visto che sopra vi sono carte e penne. Attorno al dormiente, in un cielo di tenebra, svolazzano enormi civette e pipistrelli, in un lugubre stormo. Sulla base della scrivania, lo stesso Goya ha scritto la frase divenuta celeberrima: «El sueno de la razòn produce monstruos».

Ebbene: giocando sul fatto che, in spagnolo, sueno, significa sia “sogno” che “sonno”, in italiano la frase del pittore aragonese è quasi sempre stata tradotto come: «Il sonno della ragione produce mostri». Lo stesso in francese: «Le sommeil de la raison...». Lettura, come dicevo – e come si vede chiaramente –, “illuminista”, un memento agli uomini perché veglino, perché al di là del razionalismo non c’è che ombra, mostri, disastri. Monstruos, appunto. 

E invece, come dimostra lo specialista della Civiltà Cattolica, Goya intendeva, qui, sueno nel senso di “sogno”. Dunque, a produrre “mostri” è proprio il razionalismo, è la pretesa della ragione di esaurire il reale. I disastri sono provocati da quei “sogni della ragione” che sono le ideologie moderne, proprio quelle che facevano la loro prova sanguinosa giusto in quegli anni della fine del Settecento. Il messaggio di Goya non è, dunque, contro gli “oscurantisti” ma, al contrario, contro gli “illuminati”, contro quegli intellettuali di cui è simbolo il dormiente accanto a carte dove ha di certo steso uno di quei piani per “il paradiso in terra” che, messi in pratica, sollevano il coperchio degli inferni. 

Per citare il commento della rivista dei gesuiti: «Goya mostra che è falsa la concezione di un uomo buono per natura (caposaldo del pensiero di Rousseau, che è il grande maestro del giacobinismo) che si potrebbe creare con la libertà, i diritti umani, l’educazione, l’eguaglianza. Le forze della Ragione riescono soltanto a mascherare i lati oscuri dell’animo umano, i dissidi, gli istinti; ma l’ira devastatrice, l’aggressività, la paura non possono essere ridotte al silenzio.

Nel punto culminante della Rivoluzione francese, ai tempi di un Terrore basato sulla “Virtù”, questi elementi rispuntano in primo piano e tornano a trionfare... Il sogno della ragione, che in un primo tempo è bello ed esaltante, si trasforma presto in un incubo popolato da mostri».

Stiamoci attenti, dunque: qui si è cercato (e si è riusciti, va riconosciuto) a rovesciare interamente un messaggio importante, menandoci per il naso con una traduzione manipolata. Una delle tante trappole, dicevo, di una certa cultura.

Vittorio Messori, Il Timone – N. 41, Marzo 2005.

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