giovedì 1 settembre 2016

La torre dorata della coerenza personale


«Insomma, la difesa e la promozione dei principi non negoziabili esige una militanza. Ora, nella mente di tanti cristiani, questo concerto non c’è più. 

Si pensa, per esempio, che sia più giusto, opportuno e anche più cristiano, presentare la bellezza della fede cristiana piuttosto che prendere di petto le cose sbagliate. Si pensa che la fede, in questo modo, venga percepita come una opposizione, una negazione, un dire dei no a questo e a quello, più che un annuncio. 

Molti pensano che una coppia di genitori cristiani dovrebbe testimoniare la bellezza di esserlo, più che scendere in piazza per impedire agli altri di non esserlo.

A mio avviso, questo richiamo alla positività dell’annuncio è vero e importante. Prima viene l’annuncio e poi la denuncia. Il positivo ha sempre il primato. 

Però è impossibile annunciare il bene senza anche contrastare il male. Senza questa componente, la testimonianza della positività diventa alibi al disimpegno. 

I principi non negoziabili, poi, sono radicali, ossia la loro negazione riguarda punti essenziali della persona e della vita in società, con danni drammatici e irreparabili se non viene contrastata. Non si può, perché concentrati a testimoniare nella nostra vita il positivo, non vedere che ci sono antropologie in conflitto e alcune di queste sono disumane. Non ci si può chiudere nella torre dorata della nostra coerenza personale o familiare e lasciare che la società vada alla deriva».

(Mons. Giampaolo Crepaldi “A compromesso alcuno” Cantagalli 2015)

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