venerdì 6 maggio 2016

Sì, sono homo


La parola “omosessuale” è stata inventata nel XIX secolo. Per gli antichi greci la pederastia era il contrario della sessualità, era vista come un modo per sfuggire alla sessualità e al corpo animale.

Nel XVIII secolo Casanova utilizza il termine antifisico, termine abbastanza giusto perché è un modo per andare contro la natura sessuale (senza alcun giudizio).
Quando si comincia ad usare la parola “omosessuale” s’inventa qualcosa, ma si inventa una seconda cosa che è peggiore: “eterosessuale”. Se mi chiedono se sono “homo” dico di sì (ecce homo) ma se mi chiedono se sono eterosessuale, dico: no, sono sessuale.

L’eterossesualità è interamente dominata dal paradigma tecno-economico, perché si pensa che l’essenziale sia di stare con una donna (per un uomo), ma non si pensa in quale modo un uomo debba stare con una donna e viceversa.

Potrebbe essere in modo completamente consumistico; sono eterosessuale, consumo donne, funziona. Con questo termine si perde l’essenza stessa della sessualità.

Fabrice Hadjadj 26 ottobre Milano, parlando del suo libro “Ma cos’è una famiglia?”

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