venerdì 5 aprile 2013

Illuminazione e Rivelazione

La mistica cristiana non nasce da un’“illuminazione” puramente negativa ma dalla Rivelazione del Dio vivente.

«Le soteriologie del buddismo e del cristianesimo sono, per così dire, contrarie… Sia la tradizione buddista sia i metodi da essa derivanti conoscono quasi esclusivamente una soteriologia negativa.
L’“illuminazione” sperimentata da Budda si riduce alla convinzione che il mondo è cattivo, che è fonte di male e di sofferenza per l’uomo.
Per liberarsi da questo male bisogna liberarsi dal mondo, bisogna spezzare i legami che ci uniscono con la realtà esterna: dunque, i legami esistenti nella nostra costituzione umana, nella nostra psiche e nel nostro corpo. Più ci liberiamo da tali legami, più ci rendiamo indifferenti a quanto è nel mondo, e più ci liberiamo dalla sofferenza, cioè dal male che proviene dal mondo.
Ci avviciniamo a Dio in questo modo? Nell’“illuminazione” trasmessa da Budda non si parla di ciò. Il buddismo è in misura rilevante un sistema “ateo”.
Non ci liberiamo dal male attraverso il bene, che proviene da Dio; ce ne liberiamo soltanto mediante il distacco dal mondo, che è cattivo. La pienezza di tale distacco non è l’unione con Dio, ma il cosiddetto nirvana, ovvero uno stato di perfetta indifferenza nei riguardi del mondo.

La mistica cristiana di ogni tempo [...] non nasce da un’“illuminazione” puramente negativa [...] ma dalla Rivelazione del Dio vivente […]. La verità su Dio Creatore del mondo e su Cristo suo Redentore è una forza potente che ispira un atteggiamento positivo verso la creazione e una costante spinta a impegnarsi nella sua trasformazione e nel suo perfezionamento.
Il Concilio Vaticano II ha ampiamente confermato questa verità: l’indulgere a un atteggiamento negativo verso il mondo, nella convinzione che per l’uomo esso sia solo fonte di sofferenza e che perciò da esso ci si debba distaccare, non è negativo soltanto perché unilaterale, ma anche perché fondamentalmente contrario allo sviluppo dell’uomo e allo sviluppo del mondo, che il Creatore ha donato e affidato come compito all’uomo […].
Per il cristianesimo non ha senso parlare del mondo come di un male “radicale”, poiché all’inizio del suo cammino si trova Dio creatore che ama la Propria creatura.
Non è perciò fuori luogo mettere sull’avviso quei cristiani che con entusiasmo si aprono a certe proposte provenienti dalle tradizioni religiose dell’Estremo Oriente, in materia, per esempio, di tecniche di meditazione e di ascesi. In alcuni ambienti sono diventate una specie di moda, che viene accettata in maniera piuttosto acritica.»

Giovanni Paolo II in “Varcare la soglia della speranza” 2004 (pp. 95-99)

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