sabato 18 giugno 2011

Immigrazione ed evangelizzazione

«In una memorabile conferenza del 20 settembre 2001 – pochi giorni dopo l’abbattimento delle Torri Gemelle – il cardinale Biffi disse a proposito dell’immigrazione delle cose tuttora straordinariamente attuali.
Disse che lo Stato sembrava essere stato colto di sorpresa dall’ondata migratoria, mostrando incapacità di “gestire razionalmente la situazione entro le regole irrinunciabili e gli ambiti propri dell’ordinata convivenza civile”.
Ma disse che anche la Chiesa appariva smarrita:
“Sono state colte di sorpresa anche le comunità cristiane, ammirevoli in molti casi nel prodigarsi prontamente ad alleviare disagi e pene, ma sprovviste finora di una visione non astratta. […] Le generiche esaltazioni della solidarietà e del primato della carità evangelica – che in sé e in linea di principio sono legittime e anzi doverose, quale che sia la razza, la cultura, la religione e la legalità della presenza dell’uomo in difficoltà – si dimostrano più generose e ben intenzionate che utili, se rifuggono dal commisurarsi con la complessità del problema e la ruvidezza della realtà effettuale.
“Anche nella nostra esplicita consapevolezza di pastori […] abbiamo avuto in merito due estesi documenti. […] Ambedue sono più che altro (e doverosamente) tesi a costruire e a diffondere nella cristianità una “cultura dell’accoglienza”. Manca invece un po’ di realismo nel vaglio delle difficoltà e dei problemi; e soprattutto appare insufficiente il risalto dato alla missione evangelizzatrice della Chiesa nei confronti di tutti gli uomini, e quindi anche di coloro che vengono a dimorare da noi”
.
Questo disse il cardinale Biffi nove anni fa. Da allora, lo Stato italiano qualcosa ha fatto, per “gestire razionalmente” il fenomeno migratorio.
Anche la Chiesa ha fatto qualcosa. Ma la sostanza dei limiti denunciati dal cardinale resta tuttora valida.»

Sandro Magister - Chiesa e immigrati. Il cardinale Biffi aveva ragione. 23 agosto 2010

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