mercoledì 8 dicembre 2010

Rifar posto al peccato originale

«Per tornare alla cristologia, c’è chi dice che essa sia messa in difficoltà anche dalla dimenticanza, se non dalla negazione, di quella realtà che la teologia ha chiamato “peccato originale”. 

Alcuni teologi avrebbero fatto proprio lo schema di un illuminismo alla Rousseau, con il dogma che è alla base della cultura moderna, capitalista o marxista che sia: l’uomo buono per natura, corrotto solo dalla educazione sbagliata e dalle strutture sociali da riformare. Intervenendo sul “sistema” tutto dovrebbe sistemarsi e l’uomo potrebbe vivere in pace con se stesso e con gli altri.
 

Dice al proposito [Ratzinger]: “Se la Provvidenza mi libererà un giorno da questi miei impegni, vorrei dedicarmi proprio a scrivere sul “peccato originale” e sulla necessità di riscoprirne la realtà autentica. In effetti, se non si capisce più che l’uomo è in uno stato di alienazione non solo economica e sociale (dunque un’alienazione non risolvibile con i suoi soli sforzi), non si capisce più la necessità del Cristo redentore. Tutta la struttura della fede è così minacciata. L’incapacità di capire e presentare il “peccato originale” è davvero uno dei problemi più gravi della teologia e della pastorale attuali”»

(Rapporto sulla Fede. Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger. San Paolo Edizioni 1985 - Capitolo 5)

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